Come tutte le giornate celebrative, anche il Giving Tuesday trasmette e realizza pienamente il suo significato se non lo esaurisce nel giro della sua breve durata. È un amplificatore, per una voce che dobbiamo esercitare, ascoltare e tenere viva anche negli altri 364 giorni dell’anno.
E allora, come possiamo vivere e far vivere a chi è intorno a noi il Giving Tuesday nel modo migliore?
A mio avviso mettendo bene in evidenza che la generosità non è “solo” un gesto o un comportamento, per quanto gratificante e utile per chi lo compie e chi lo riceve. Andando quindi oltre gli elementi psicologici legati al dono.
Ricordiamo piuttosto che la generosità è un investimento (gratuito e senza interessi) che va ad arricchire un patrimonio individuale e collettivo tanto desiderato quanto sottovalutato: la felicità.
Per allontanarci dalla semplice retorica, partiamo da una base informativa statistica: il Word Happiness Report, pubblicato annualmente dall’Università di Oxford ormai da 13 anni.
Pur con le limitazioni che ha sempre l’interpretazione dei dati, soprattutto in indagini multifattoriali, ci offre una chiave di lettura del modo (e del mondo) in cui viviamo e ci stimola ad un confronto tra modelli economici e sociali diversi.
L’analisi del 2025 è particolarmente preziosa per noi, perché ha una focalizzazione specifica sulle conseguenze di fattori come la gentilezza e la generosità.
E ci dice che essere ed avere qualcuno su cui contare, l’abitudine alla cura e alla condivisione, la fiducia tra individui (non solo verso le istituzioni) hanno una ricaduta diretta e misurabile sul benessere materiale ed emotivo, sulla longevità delle persone, sulla percezione di felicità individuale e collettiva.
In una fase storica come quella che stiamo vivendo, è quasi doveroso sottolineare con ancora più convinzione la paradossale semplicità di questo circolo virtuoso:
E noi, come nazione, dove ci collochiamo in quanto a “felicità”?
Su 147 Paesi del mondo siamo dignitosamente al 40° posto complessivo.
Ma scendiamo intorno al 100° per quanto riguarda gli indicatori relativi a generosità, condivisione, attitudine alla donazione di denaro e di tempo: abbiamo margini di miglioramento decisamente ampi e viviamo in un contesto economico e sociale molto più favorevole di altri in quanto a maturità democratica e libertà.
Partendo da qui, è bello pensare che il 2 dicembre può essere, simbolicamente ma anche molto concretamente, l’occasione per “scalare qualche posizione” nella classifica della felicità.
Ci sono innumerevoli possibilità, basta sceglierne una: aderire o almeno condividere la campagna di sostegno in cui ci riconosciamo di più, lasciare un caffè sospeso in più, convincere due amici che un regalo di compleanno di solidale è molto più semplice e utile del solito pacchetto, ricambiare una cortesia o ancora meglio fare una cortesia inattesa a qualcuno e vedere l’effetto che fa…
Diventiamo portatori sani di felicità: il Giving Tuesday va vissuto così, come una giornata in cui sperimentare e sorprendersi per quanto la generosità in tutte le sue forme sia un formidabile e naturale attivatore di fiducia e di benessere, per gli altri e per noi stessi.
In fondo, non abbiamo tutti il diritto e il desiderio di essere felici?
Alberto Cuttica
Fondatore ENGAGEDin